Ti sei mai fermato/a a meditare? A sederti, dico. In silenzio, con gli occhi chiusi.
Nulla da fare, dire, risolvere.
Ci hai mai provato?
Questa è dedicata a te (e se non hai mai meditato te la dedico come incentivo per incominciare):
"Arriva il giorno in cui scegli l'ascolto della quiete, dell’immobilità senza tempo nel momento presente. Siedi di fronte al tuo silenzio, gli occhi possono chiudersi perché ora è dentro che vuoi guardare.
Riesci persino a rilassarti. Senti il tuo respiro che fluisce. Libero o no, poco t'importa. Tu lo senti e lo stai ascoltando davvero. Il corpo piano piano si rilassa, lascia andare quelle fastidiose tensioni. Le spalle si abbassano, l'addome riposa, la lingua si stacca dal palato..
Ma non dura molto, questa tua presenza: la mente incomincia, presto o tardi, a vagare.
Genera pensieri, giudizi. Ti fa sentire il prurito ovunque, ti dice che devi muoverlo il corpo, spostarla quella mano, che così non va bene.
Non lo fa con cattiveria, lei vorrebbe solo il tuo bene. Che poi per bene, quando si parla della mente, si intende sempre e solo sopravvivenza.
Lo fa perché sa bene che, se ti metti troppo ad ascoltare, finiresti per ritrovare quei relitti che avevi sotterrato, quelle bucce di banana sul tavolo coperte appena dai tovaglioli, quelle macchie di vino sul divano nascoste a malo modo dai cuscini.
La tua mente sa bene che ascoltare equivale a soffrire, a volte.
E così ti distrae.
Ma quando, nel tentativo disperato di fermarti dall’entrare ancor più in profondità, ti distrae così miseramente, tu devi sapere che hai già vinto.
Che ora viene il bello.
Perché tu hai già iniziato a correre, e la tua è una corsa che ti fa acquistare inerzia infinita nella tua discesa.
Ormai stai imparando a riconoscere i suoi trucchetti, con te non possono più funzionare. Hai scelto la scala della piena consapevolezza e lì ogni suo tentativo di distrarti appare come fluorescenza chiassosa in quella stanza buia e silenziosa in cui hai riposto la mente.
Si nasconde come può ma ha vita breve, e lo sa. Prova a farsi riconoscere come reale ma subito viene scoperta dalla coscienza, che sta lì nella stanza insieme a lei.
È sogno, disegno, astrazione. Reale è altro.
Ed è qui, in questo istante, che accade.
La vedi.
Noti la tua mente. Sta vagando.
È altrove, lei.
Ma tu sei qui, nel corpo, nel respiro, nell’ambiente.
Noti che pensa. E tu eri qui, nel corpo, nel respiro, nell’ambiente.
Noti il pensiero. Vedi anche lui, lo potresti disegnare.
Non è tuo. È della mente. È lei che pensa. Non tu.
E tu chi sei? Se puoi notare la mente che pensa, dico. Tu chi sei?
Allora scendi ancora alcuni scalini.
Vedi la buca malscavata col relitto dentro.
La buccia annerita e rinsecchita sbuca da un angolo del tovagliolo.
Il cuscino tradisce quel bicchiere di vino bevuto dove non avresti dovuto.
Vedi tutte queste trappole. Stanno nella tua mente.
Un brivido corre lungo la colonna. Non è freddo, è luce.
Hai smesso di identificarti con ciò che ti porti dentro.
Non eri il pensiero.
Non eri neppure la mente che lo pensava.
Non sei la buccia di banana, la macchia sul divano, il relitto sotterrato.
Sei di più. Molto di più.
Sei pura consapevolezza.
Sei una luce che illumina ciò che trova sulla sua strada.
Sei libertà. Amore. Gioia.
Ti viene da piangere, e col pianto lavi la stanza dai rimuginamenti del passato.
Sei adesso. E lo sarai per sempre."
Grazie.
La meditazione ci porta in contatto con ciò che viene contenuto dalla nostra mente.
Ci vuole coraggio. È un percorso tutt'altro che semplice. Serve concentrazione.
Ma per chi ci arriva, il montepremi è immenso.
Ti auguro di raggiungerlo, il tuo montepremi. E poi di spostare l'asticella più in là.
Alla prossima,
Namasté
di Leonardo di Lernia
@liodilernia
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