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Liberarsi da ansia, stress e traumi: la teoria dei tre cervelli

i tre cervelli

Ti sei mai chiesto perché, nonostante tutti i tuoi sforzi, sembra così difficile liberarti dall'ansia, dallo stress o dai traumi del passato? Forse hai provato a razionalizzare i tuoi problemi, a "capirli" con la mente, a trovare soluzioni attraverso la logica. Eppure, quella sensazione di pesantezza non se ne va, lasciandoti a chiederti se stai facendo qualcosa di sbagliato.


La verità è che probabilmente stai incanalando le tue energie nella direzione sbagliata.


Non sei solo in questo: è una trappola comune, in cui cadiamo pensando che il cervello razionale abbia tutte le risposte. Ma il nostro sistema nervoso e il nostro cervello funzionano in modi molto più complessi di quanto immaginiamo. Per iniziare davvero il viaggio verso una guarigione profonda, dobbiamo comprendere come funziona il nostro cervello e dove risiedono realmente le nostre ferite.


Questo articolo vuole accompagnarti in un'esplorazione di te stesso, aiutandoti a vedere oltre la superficie. Perché guarire non significa solo "pensare meglio"; significa lavorare con il corpo, con le emozioni e con le parti più profonde di noi stessi.

Partiamo dal nostro incredibile cervello, composto da tre aree principali che ci guidano in ogni esperienza della vita. Comprendere come funzionano questi "tre cervelli" potrà rivoluzionare il tuo approccio nella gestione di stress e ansia.


i tre cervelli

Un viaggio dentro il nostro cervello: i tre cervelli per comprendere lo stress e l'ansia


Per comprendere questa dinamica, dobbiamo partire dalla struttura del cervello, suddivisa in tre aree principali. Questo modello, noto come teoria del cervello trino, è stato proposto dal neuroscienziato Paul D. MacLean negli anni ’60. Secondo MacLean, il cervello umano è composto da tre sistemi sovrapposti, ognuno corrispondente a una fase dell’evoluzione:


1. Il Cervello Rettiliano: la sede della sopravvivenza

Questo è il primo strato, il più antico dal punto di vista evolutivo, che governa le funzioni vitali di base come il battito cardiaco, la respirazione e il controllo muscolare. È il nostro "pilota automatico", progettato per mantenerci in vita. È anche responsabile delle risposte istintive di attacco, fuga o congelamento. Pensa a quando affronti una situazione improvvisa, come un rumore forte: il tuo cervello rettiliano reagisce istantaneamente, senza coinvolgere il pensiero razionale. Questa risposta automatica è ciò che ci ha permesso di sopravvivere nei momenti di pericolo acuto.


2. Il Sistema Limbico: il cervello delle emozioni

Appena sopra il cervello rettiliano troviamo il sistema limbico, la "casa" delle emozioni. Questa parte include strutture cruciali come l’amigdala, che agisce come una sorta di "sentinella" emozionale, e l’ippocampo, che si occupa della memoria. È qui che i ricordi traumatici vengono immagazzinati, soprattutto se associati a emozioni intense. Quando provi paura, rabbia o gioia, il sistema limbico è quello che si attiva. È anche la parte del cervello che ci spinge a cercare connessioni e a evitare il dolore, un tratto fondamentale per la nostra sopravvivenza come specie sociale. L’amigdala, in particolare, è responsabile della valutazione rapida di potenziali minacce, a volte portandoci a reazioni eccessive o difficili da controllare.


3. La Neocorteccia: il cervello razionale

Infine, abbiamo la neocorteccia, la parte più evoluta e "moderna" del nostro cervello. Qui risiedono la logica, il linguaggio, il pensiero analitico e la capacità di pianificare. È grazie alla neocorteccia che siamo in grado di scrivere, risolvere problemi complessi e immaginare il futuro. Tuttavia, proprio questa parte può diventare un ostacolo quando si tratta di affrontare emozioni profonde o traumi, perché tende a sovrapporsi con spiegazioni razionali e a ignorare i segnali più sottili provenienti dal corpo e dal sistema limbico. Ad esempio, possiamo cercare di analizzare un’esperienza dolorosa, ma senza coinvolgere il corpo e le emozioni, rischiamo di rimanere bloccati in un loop di pensieri senza via d’uscita.


Una danza complessa ma armonica


Questi tre cervelli non lavorano in isolamento: sono strettamente interconnessi e, idealmente, dovrebbero collaborare in armonia. Tuttavia, nei momenti di stress, o a seguito di un trauma, il sistema limbico e il cervello rettiliano possono "prendere il sopravvento", mettendo in secondo piano la razionalità. È come se una parte più primitiva di noi si attivasse per proteggerci, spesso senza che ce ne rendiamo conto.


Ad esempio, una risposta di panico può derivare da un segnale percepito dall’amigdala come pericoloso, anche se la tua neocorteccia sa razionalmente che non sei in pericolo. Questo spiega perché a volte "sappiamo" che una paura è irrazionale, ma non riusciamo comunque a calmarci.


Ricerche più recenti hanno supportato e raffinato alcuni aspetti di questa teoria. Ad esempio, gli studi sulla neuroplasticità dimostrano come le esperienze traumatiche rimangano "bloccate" in circuiti neurali specifici legati al sistema limbico, rendendo difficile affrontarle solo attraverso la logica (Van der Kolk, 2014).


Perché il cervello razionale non basta?


Ti sei mai trovato a ripetere gli stessi pensieri senza riuscire a trovare una soluzione? Magari hai provato a “capire” le tue emozioni o a razionalizzare un evento doloroso, ma il dolore rimane lì, immutato. Questo accade perché molti di noi, quando cercano di guarire, si affidano esclusivamente alla neocorteccia. Cerchiamo di “capire” le nostre emozioni, di analizzare il nostro passato e di risolvere i problemi con la logica.


Ma i traumi e le tensioni emotive non vivono nella neocorteccia, bensì nel corpo e nel sistema limbico. Questo approccio razionale è come cercare di spostare un grande masso spingendolo con un cucchiaio: non funziona perché non si agisce sulla fonte del problema. I traumi sono esperienze immagazzinate nel corpo e nelle emozioni, e solo lavorando a quel livello possiamo iniziare a liberarli.


Come andare oltre la logica


Per accedere al sistema limbico e al corpo, dobbiamo utilizzare pratiche che bypassano il pensiero razionale e si connettono direttamente al nostro sistema emozionale. Alcune di queste pratiche includono:

  1. Respirazione profonda – Tecniche come il respiro consapevole o il respiro diaframmatico aiutano a calmare il sistema nervoso e a rilasciare tensioni emotive. Una respirazione lenta e profonda invia al cervello il messaggio che sei al sicuro, favorendo uno stato di rilassamento profondo. Tecniche di respirazione come la "Tummo Breathing" o la respirazione Wim Hof possono portarti ancora più in profondità (ma è meglio approcciarsi a queste tecniche seguiti da un esperto).

  2. Meditazione – La meditazione permette di entrare in contatto con stati di consapevolezza profonda, in cui possiamo osservare e accogliere emozioni e ricordi senza giudizio. Ti invita a fermarti, a essere presente e ad accogliere ciò che emerge, senza dover “fare” nulla.

  3. Scrittura – Scrivere è un potente strumento per accedere al nostro subconscio. Il journaling, in particolare, può aiutarci a dare voce a emozioni e pensieri nascosti, portandoli alla luce. Non serve essere uno scrittore per iniziare: basta lasciare fluire le parole senza censura e osservare le emozioni che vengono in superficie.

  4. Lavoro somatico Pratiche che coinvolgono il corpo, come lo Yoga, il Qi Gong o il Grounding, aiutano a rilasciare traumi intrappolati nei tessuti e a ristabilire una connessione profonda tra mente e corpo. Il movimento consapevole ti permette di “abitare” di nuovo il tuo corpo, spesso trascurato.

  5. Dialogo interiore Imparare a dialogare con il nostro bambino interiore e a trasformare il nostro dialogo interno può aprire la strada a una guarigione profonda. Parlare a te stesso con gentilezza e amore è un atto rivoluzionario.


meditazione pratiche somatiche

Il potere del corpo nella guarigione


– Il corpo ricorda ciò che la mente dimentica.


Questo significa che i traumi e le emozioni non elaborate non spariscono semplicemente perché scegliamo di ignorarle o razionalizzarle. Rimangono intrappolate nel nostro corpo, manifestandosi sotto forma di ansia, stress cronico o comportamenti auto-distruttivi.


Ricerche neuroscientifiche, come quelle di Bessel van der Kolk nel suo libro The Body Keeps the Score, dimostrano che il trauma lascia una traccia profonda nel nostro sistema nervoso e può essere affrontato solo attraverso un’integrazione tra mente, corpo ed emozioni.


Un invito al cambiamento


Se ti trovi in un momento di difficoltà, voglio invitarti a fare un passo indietro e a guardare il tuo approccio. Stai cercando di risolvere tutto con la mente razionale? Forse è il momento di provare qualcosa di diverso. Respira, ascolta il tuo corpo, scrivi ciò che senti e concediti il permesso di sentire.


La guarigione non è un percorso lineare, né qualcosa che possiamo “pensare” di risolvere. È un processo che coinvolge tutto il nostro essere, dalla mente al corpo, dalle emozioni allo spirito. E la buona notizia è che non sei solo in questo viaggio. Con gli strumenti giusti e un approccio amorevole, puoi trovare la strada verso una vita più piena, autentica e libera dal peso del passato.


Smetti di cercare risposte solo nella logica. Scegli pratiche che lavorano in profondità, che vanno oltre la neocorteccia e si connettono direttamente al tuo corpo e alle tue emozioni. È qui, nel cuore del tuo sistema limbico, che puoi incontrare il tuo bambino interiore e iniziare il viaggio verso una guarigione autentica e duratura.

Questo approccio olistico non è solo una modalità per affrontare traumi e stress, ma una strada per crescere come persone, vivendo una vita più piena e autentica.

 
 
 

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