La ricerca della felicità, ma nel posto sbagliato (ecco dove si trova. una volta per tutte)
- Leonardo di Lernia
- 23 feb
- Tempo di lettura: 4 min

La felicità è uno dei temi più esplorati e discussi nella storia dell'umanità. La cerchiamo nei successi, nelle relazioni, nelle esperienze, ma spesso sembra sfuggirci proprio quando pensiamo di averla trovata. Tuttavia, c'è un aspetto fondamentale che raramente consideriamo: la felicità è solo uno stato emotivo, e come tutte le emozioni, è transitorio.
Non possiamo essere felici tutto il tempo, e nemmeno sarebbe giusto. È proprio questa ricerca incessante della felicità che spesso ci porta frustrazione e senso di insoddisfazione.
Forse, più che cercare la mera felicità, dovremmo aspirare a qualità più stabili e profonde, come la gioia e la serenità. La gioia non dipende da fattori esterni, ma nasce dalla nostra capacità di essere presenti e grati per ciò che abbiamo. La serenità, invece, è uno stato interiore di equilibrio, in cui accettiamo sia i momenti positivi che quelli negativi senza esserne travolti.
Ed è proprio nella presenza, nel vivere pienamente il qui e ora, che possiamo trovare queste qualità più durature.
Molti credono che la gioia spontanea dei bambini derivi dall'innocenza o dalla spensieratezza, ma la realtà è più sottile: da bambini siamo felici perché siamo presenti.
Non pensiamo al passato con rimpianto né al futuro con ansia. Viviamo pienamente ogni momento, immersi nell’esperienza del presente. Riscoprire questa capacità è la chiave per una vita più soddisfacente e autentica.
La mente adulta e la perdita della presenza
Crescendo, la nostra mente diventa sempre più affollata di pensieri, preoccupazioni e condizionamenti. Iniziamo a vivere più nel passato e nel futuro che nel presente. Rimuginiamo su errori e rimpianti, pianifichiamo incessantemente il domani, cercando sicurezza in un futuro che non possiamo controllare.
Questa abitudine a distrarci dal presente ci impedisce di sperimentare la vita nella sua pienezza. Invece di assaporare un tramonto, pensiamo ai problemi della giornata. Invece di gustare un pasto, controlliamo il telefono. La nostra mente è sempre altrove, e così perdiamo il contatto con la realtà che ci circonda.
Ma la buona notizia è che possiamo reimparare a essere presenti, proprio come lo eravamo da bambini.
Perché la presenza è la chiave della felicità (e della serenità)
Quando siamo pienamente presenti, sperimentiamo la vita in modo più autentico. La bellezza di un sorriso, la freschezza dell'aria del mattino, il sapore del cibo – ogni esperienza diventa più intensa e significativa. Inoltre, la presenza ci permette di liberarci dall’ansia e dallo stress.
Molti studi scientifici confermano che la mindfulness, ovvero la pratica della presenza consapevole, riduce l'ansia, migliora l'umore e aumenta il benessere generale. Essere presenti significa smettere di identificarsi con i pensieri negativi e con le preoccupazioni, scegliendo invece di vivere con più consapevolezza.
Inoltre, quando smettiamo di inseguire la felicità come un obiettivo esterno, iniziamo a coltivare uno stato più profondo di benessere interiore. La gioia e la serenità non dipendono da circostanze esterne, ma dalla nostra capacità di accogliere ogni momento con apertura e accettazione.
Come coltivare la presenza nella vita quotidiana
Ritrovare la presenza non significa stravolgere la nostra vita, ma introdurre piccole abitudini che ci riportano al momento presente.
Ecco alcuni suggerimenti pratici per sviluppare questa capacità:
1. La consapevolezza del respiro
Il respiro è il nostro ancoraggio al presente. Quando ci sentiamo sopraffatti dai pensieri, possiamo riportare l’attenzione al respiro. Inspirare e sentire l'aria entrare nei polmoni, espirare e percepire il rilassamento che ne deriva. Questa semplice pratica ci riporta immediatamente al qui e ora.
2. Osservare senza giudicare
Un bambino guarda il mondo con stupore, senza etichettare o giudicare ogni cosa. Noi adulti, invece, abbiamo l’abitudine di analizzare tutto. Prova a osservare il mondo con curiosità, senza giudizi. Riscoprirai la bellezza della vita così com'è.
3. Ridurre le distrazioni digitali
I dispositivi elettronici sono una delle principali cause di distrazione dal presente. Controlliamo continuamente notifiche, social media, email, perdendo il contatto con la realtà intorno a noi. Prendersi momenti di disconnessione, ad esempio spegnendo il telefono durante i pasti o dedicando tempo alla natura, ci aiuta a ritrovare la presenza.
4. La pratica della gratitudine
Essere presenti significa anche apprezzare ciò che abbiamo. Tenere un diario della gratitudine, in cui scriviamo ogni giorno tre cose per cui siamo grati, ci aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza del momento presente e ad apprezzare di più la nostra vita.
5. Fare una cosa alla volta
Viviamo in una società che premia il multitasking, ma in realtà fare troppe cose insieme ci rende meno efficienti e meno felici. Provare a concentrarsi su una sola attività alla volta – mangiare senza distrazioni, ascoltare davvero una persona che parla, camminare senza guardare il telefono – può fare una grande differenza.
Accettare l’alternanza delle emozioni
Un altro aspetto fondamentale della presenza è accettare che le emozioni vanno e vengono. Non possiamo essere felici tutto il tempo, e non dobbiamo sentirci frustrati quando proviamo tristezza, rabbia o paura.
Essere presenti significa anche accogliere ogni stato emotivo senza attaccarvisi, sapendo che è passeggero.
Quando sviluppiamo questa consapevolezza, impariamo a lasciar fluire le emozioni senza esserne sopraffatti. Invece di cercare disperatamente la felicità, possiamo imparare a vivere con maggiore serenità, sapendo che ogni emozione ha il suo tempo e il suo spazio.
La presenza come via verso una vita più piena
Quando iniziamo a vivere con maggiore presenza, ci accorgiamo che la felicità non è qualcosa di lontano o difficile da raggiungere. È già qui, in ogni momento, pronta a essere sperimentata. Tuttavia, più che inseguire la felicità come uno stato costante, possiamo coltivare la gioia e la serenità, che ci accompagnano in modo più stabile e profondo.
La vita acquista più significato quando smettiamo di cercare la felicità altrove e iniziamo a trovarla nella semplicità dell'istante presente.
La lezione più grande che possiamo imparare dall’infanzia è proprio questa: non serve essere bambini per essere felici.
Serve solo essere presenti.
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